Roma, 3 nov – Non poteva fare a meno del Covid, Pierluigi Battista. Per meglio dire, dei bollettini giornalieri, a giudicare dal delirante articolo a sua firma pubblicato sull’Huffington Post.
Il Covid tanto amato da Battista
Una “passione” simile l’avevamo ammirata in alcuni “virologi star”, Walter Ricciardi su tutti, che di lockdown e affini proprio non potevano farne a meno. Come non poteva farne a meno Pierluigi Battista, che lo ammette esplicitamente nel suo pezzo. L’attacco dell’articolo è “meritevole” di essere riportato integralmente, vista la sua intrinseca comicità e tragicità fuse insieme nel delirio generale: “Confesso che dai primi di marzo del 2020, da due anni e nove mesi circa, ogni giorno, più o meno attorno alle 18, non ho mai saltato la quotidiana perlustrazione dei dati sul Covid. Numero dei casi totali, tassi di positività, ospedalizzazioni, numero dei riservati nelle terapie intensive, numero dei morti: tutto. Tutti i giorni, Regione per Regione, spesso Stato per Stato (una volta ho capito che uno dei tanti picchi contagiosi aveva i giorni contati per via del trend del Portogallo).”
Il virus come una serie tv
“Non ho mai saltato la quotidiana perlustrazione dei dati”. Era proprio più forte di lui, a quanto scrive. Ora che il governo Meloni ha deciso per la pubblicazione di bollettini settimanali anziché giornalieri, tutto questo gli mancherà. “Sento un grande vuoto”, si legge nel titolo. “Ne usciremo tutti deprivati”, perché come si fa a vivere senza la dose quotidiana di coronavirus? Certe affermazioni si commentano – ovviamente – da sole. Perché fin quando erano medici spesso in cerca di notorietà si poteva recepire meglio: male, ma meglio. Ma quando certi pensieri vengono da un osservatore, non ci si può non porre il dubbio che sì, ne siamo usciti deprivati davvero, ma anzitutto di una qualità essenziale dell’essere umano: la lucidità.
Stelio Fergola