Roma, 18 gen – Matteo Messina Denaro e un vicino di casa “contraddittorio”, almeno a quanto si è potuto constatare dalle sue dichiarazioni riportate in un’intervista video.
Messina Denaro, il vicino che “non la conta giusta”
Su Messina Denaro è lo stesso vicino a “non contarla” (letteralmente) giusta. L’uomo, intercettato dai giornalisti, ha invero raccontato una storia abbastanza credibile nel complesso (gli identikit valgono ciò che valgono, quando si tratta di rapporti di vicinato appena accennati come quelli descritti, consistenti in banalissimi “buongiorno” e “buonasera”), eccetto che per un particolare che non torna. Al secondo 00.28 del video, dice: “Attenzione, qualche annetto“, riferendosi alla permanenza del boss nell’abitazione. Elemento certificato dall’incalzata successiva di un cronista che chiede: “Ah, è da qualche anno che lo vedeva?”, a cui arriva una secca risposta: “Sì”. Nel finale, però, l’uomo si contraddice sui tempi perché a nuova domanda: “Senta, quando dice ‘qualche anno’, ci sa dire più o meno quanti anni ha vissuto qua?”, risponde con un “no, neanche un anno“.
Da quanto tempo il boss era in quella casa?
“Qualche annetto” o “neanche un anno”? Questo è uno dei nodi da sciogliere, ammesso che si riesca nell’intento. Le prime indiscrezioni sull’ultima casa del boss avevano riportato l’ipotesi dei sei mesi. Ma a questo punto è lecito porsi ulteriori domande sulla vita quotidiana di un capo criminale ancora avvolta dalla nebbia più fitta.
Alberto Celletti
1 commento
Anche se il vicino avesse avuto la certezza che il suo vicino fosse proprio Messina Denaro,una volta denunciato,lo Stato sarebbe stato realmente capace di tutelare la incolumità dell’uomo.
Inoltre la certezza assoluta della reale identita del geom.Bonafede non poteva averla e poteva anche finire come in Fracchia E La Belva Umana,ove l’ignaro vicino denunciato poteva passare dei guai magari solo per una somiglianza(con annessa “controllatina” della propria auto(come nel film)e della sua abitazione.