Roma, 7 dic – Le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio sulle intercettazioni sono state, senza mezzi termini, una bomba nucleare. Si passerà dalle parole ai fatti? Riformare la Giustizia si è rivelata un’impresa impossibile per chiunque sia andato al governo in questo Paese. Perfino chi, come Silvio Berlusconi, ne aveva un interesse addirittura personale, ci è riuscito.
Nordio, la bomba sulle intercettazioni
Carlo Nordio non si è trattenuto, parlando delle intercettazioni. Il ministro ha messo talmente in chiaro la questione da suscitare addirittura paura per le sue sorti politiche future. Perché chi segue la politica in questo Paese sa bene dove va a finire chiunque abbia un minimo di coraggio (insieme a chi, pur non avendo alcun coraggio ed essendo anzi un fedele servitore, semplicemente scompagina i piani alti, come avvenuto due anni fa all’ex presidente Anm Luca Palamara, autore poi insieme ad Alessandro Sallusti del libro scandalo “Il sistema”).
Il titolare del dicastero ha espresso parole durissime nei confronti del valore delle intercettazioni, mostrandosi intenzionato a rivoluzionarle, almeno a parole, come riportato dall’Ansa: “Proporremo una profonda revisione, vigileremo in modo rigoroso su ogni diffusione che sia arbitraria e impropria”. Perché le intercettazioni, attraverso la “diffusione selezionata e pilotata” sono diventate “strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica“. Bomba nucleare. Per non parlare del seguito, in cui il ministro decide di scagliarsi contro l’attuale struttura delle competenze Pm e giudice: “Non ha senso che il pm appartenga al medesimo ordine del giudice perche svolge un ruolo diverso”. La domanda delle domande è la solita: quanto ci metteranno le toghe ad affilare gli artigli? Il silenzio dei primi mesi di un nuovo esecutivo – qualsiasi esso sia – è abbastanza naturale. Ma nel medio periodo possiamo aspettarci di tutto.
In bocca al lupo, ministro. Non abbia paura
L’Associazione nazionale magistrati ha già strepitato, per bocca del suo presidente Giuseppe Santalucia, che ovviamente per essere più efficace tira in ballo il jolly, ovvero la mafia: “Le intercettazioni sono uno strumento importantissimo soprattutto nel contrasto alla la criminalità mafiosa e terroristica”. È probabile che faccia di peggio nei prossimi mesi, come da tradizione. Del resto, finora sono solo parole, da parte di entrambi i contendenti. Caro ministro, se andrà avanti si metterà contro dei giganti, che insieme formano uno dei poteri più soffocanti la politica italiana esistano in questa Nazione. Sarà ostacolato, criticato, e chissà, forse perfino indagato per qualsiasi cavillo, disattenzione, ammesso che ve ne sia una, che la possa riguardare. Stiamo parlando di “professionisti” che sono state in grado di accusare Matteo Salvini di sequestro di persona. Solo perché si era permesso di contestare lo status quo del sistema immigrazionista e schiavista. Questo, solo per citare l’ultima delle loro azioni scomposte (ma, come al solito, influentissime). Figuriamoci cosa potrebbe accadere a lei. In bocca al lupo, sperando che vada avanti e senza timori.
Stelio Fergola
1 commento
Forse la questione verte più sulla qualità di chi intercetta che sulla intercettazione di per se stessa.
Ricorda certa famigerata gestione dei pentiti. Premi e biscottini per tutti o quasi.
Comunque è sempre in vigore “taci, il nemico ti ascolta” e chi non segue questa regola significa che ritiene fondamentalmente tutti amici. Vero Egregio Nordio?