Roma, 11 maggio – Sono sempre i diritti civili a tenere banco nelle polemiche, ma quando la questione sociale torna ad essere dirompente fanno tutti quanti i pesci in barile: le proteste degli studenti universitari per il caro affitti sono un nuovo segnale che viene lanciato a questo governo e stavolta deve stare molto attento a recepirlo bene.
Una questione sociale
Gli studenti che in questi giorni, da Nord a Sud, stanno occupando con tende e accampamenti le facoltà universitarie hanno il pregio di toglierci dal torpore in cui le polemiche in salsa antifascista sul governo o sui saluti romani ci hanno gettato ultimamente. Infatti, ci ricordano che oltre queste polemiche sterili c’è una società che soffre i mali inflitti a questa Nazione dalle politiche di laissez faire. In Italia in effetti non c’è un’emergenza affitti: in Italia c’è un’emergenza legata alla forbice sempre più larga tra salari e prezzi stabiliti dal mercato. Da questa asimmetria nasce, o meglio si ripropone, l’annosa questione legata agli affitti che per inciso non riguarda soltanto gli studenti. Quindi giù il ditino e smettete di fare gli spocchiosi perchè questa è un’occasione unica per riportare sui giusti binari una battaglia che altrimenti rischia di deragliare su posizioni buoniste. I dati confermano che oggi cercare casa a Roma – per esempio – è diventata un’impresa: gli appartamenti disponibili costano in media 500€ e gli studenti fuorisede sono 40 mila, un terzo di tutta la popolazione universitaria. Gli strumenti che le Regioni mettono a disposizione tramite il contributo alloggi e le borse di studio rimangono delle soluzioni temporanee ed esigue: il vero problema è che i soldi investiti per le residenze studentesche sono ancora troppo pochi. Manca una vera concorrenza pubblica che riporti l’asticella dei prezzi in basso e favorisca – soprattutto – un aumento della qualità della vita.
Un’opportunità
In questo momento di attenzione mediatica c’è l’opportunità per una politica attenta di fare la differenza su una questione importante come quella della casa, degli affitti e degli alloggi. Lasciare ancora che sia la speculazione a fissare i prezzi o affrontare il problema in una rinnovato spirito di giustizia sociale? In primis, come succede in Francia, Germania o Spagna si può mettere in campo una politica di blocco dei rincari: serve individuare un limite più stringente per l’adeguamento annuale del canone, impedendogli di crescere del 10% seguendo l’inflazione annua. In secundis, bisogna costruire Campus Universitari: non è possibile che l’Italia sia l’unico paese non del terzo mondo senza un’adeguata sistemazione abitativa per i suoi studenti, costretti a ricorrere ai privati, andando ad intasare un mercato che invece dovrebbe essere messo a disposizione di famiglie e lavoratori che hanno le stesse difficoltà degli studenti. Non saranno bonus o misure assistenziali ad abbattere il muro eretto da questa vera e propria usura istituzionalizzata, ma uno scatto in avanti verso la costruzione di nuovi spazi liberi dalle logiche di compravendita.
Risposte dal governo
Le risposte arrivate dal governo sono state a dir poco tiepide. Il Ministro dell’Università Bernini si è limitata a dire che “con il Pnrr 60mila posti letto in più” saranno sbloccati. Bella consolazione, ma non basta. Più corposa è stata la risposta del presidente della Conferenza dei rettori (Crui), Salvatore Cuzzocrea, non si è fatta attendere: “Che il problema affitti ci sia è indubbio ma siamo al lavoro con il ministro dell’Università Anna Maria Bernini, abbiamo già realizzato 8mila nuovi posti. La soluzione è riconvertire edifici per dare subito alloggi a prezzi più bassi agli studenti nelle residenze”. Sicuramente la mobilitazione degli studenti continua e va seguita con il massimo interesse, anche perchè molte iene sono già pronte a cavalcare l’onda, in testa il Pd di Schlein che si è detta “al fianco degli studenti che protestano”. Ma lei sarà mai stata uno studente con certi problemi? Non lo sappiamo, ma sicuramente il suo partito dovrebbe essere interdetto da qualsiasi dibattito sulla scuola. Invece, da chi vanta militanza giovanile ci aspettiamo una risposta decisiva a chi chiede una sacrosanta giustizia.
Sergio Filacchioni
1 commento
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