Roma, 31 ott – Michela Murgia scriveva romanzi. Poi si ricordò il passato nell’Azione Cattolica e decise che l’impegno politico era cosa buona e giusta, ma soprattutto fonte di salvezza. Rilasciò così qualche intervista estemporanea e fece subito capire a tutti di saperci fare anche con il realismo: auspicò l’indipendenza della Sardegna. Forte degli entusiasmanti successi elettorali del suo straripante partito, Progetu Repùblica de Sardigna, si convinse allora che l’isola c’è ed è italiana, ma qualcun altro più che altro ci fa e vorrebbe non esserlo. D’un tratto la fulgida figura della Murgia si ritrovò sulla copertina de L’Espresso insieme al compagno di folgorazioni Zerocalcare, con tanto di spiegone Damilano: “Ribelliamoci alla destra egemone. Perché nessuno possa dire: non avete fatto niente”, tuonava il settimanale del cristallino De Benedetti.
Apriti sesamo, la scrittrice ex insegnante di religione cattolica ha spalancato le porte del magico regno della sinistra materialista. Ci siamo signori, nel deserto del tartaro ideologico si può adesso sguazzare ed emergere. Nessun punto di riferimento, nessuna credibilità, distacco totale da quel maledetto popolino che non ci segue più. Siamo pronti per “raccontare le parole perdute da ritrovare”, novelli Pollicino contro i vigliacchi oziosi sordi a ogni sofferenza. Caro Sancho, solo i cinici e i codardi non si svegliano all’aurora, eccoti serviti i nuovi Don Chisciotte (Cervantes ci perdoni per l’ignobile paragone). Pronti così a lanciarsi contro i mulini a vento in sella all’antifascismo ronzinante e armati del libello rosso dell’avvenire: “Istruzioni per diventare fascisti”. Perbacco Sancho, è un capolavoro questo saggio che ti propone in fin di sermone un bel test: “Scopri quanto sei fascista”.
Il fascistometro della Murgia, pubblicato convintamente da L’Espresso, segnerà un’inaspettata svolta nella liquida irrealtà esistenziale di sinistra. “Spunta le frasi che ti sembrano di buon senso”, vi chiede la scrittrice sarda. Potrete leggere una sequela di esternazioni che quel maledetto popolino osa dire e pensare. Poi all’improvviso eccola, la frase delle frasi, quella che vi farà sobbalzare dalla sedia: “Il suffragio universale è sopravvalutato”. Fermi tutti, ma non era il Barbapapà di Repubblica Scalfari a dire di farla finita con questa “trovata” troppo democratica? Nossignori, secondo la Murgia è il popolo che vota male, ovvero non come vorrebbe lei. Lo stesso che urla (si legge nel fascistrometro) che “un paese senza confini non è un paese”. Perbacco fortuna che la Sardegna di confini ne è priva, altrimenti sai gli indipendentisti. E che straparla di “radici cristiane da difendere”, perché acciderbolina mica siamo all’Azione Cattolica adesso. Il resto delle presunte frasi in bocca al popolo pronto a diventare fascista potete gustarvele sul settimanale debenedettino.
Vi serviranno ad ammirare la banalità del presunto bene di cui si ammantano i detentori della morale, gli stessi che si dilettano a citare il “male” della Arendt, quasi sempre avendone letto giusto la quarta di copertina sugli scaffali della Feltrinelli. Un coacervo di stereotipi e caricature del popolo, quella massa prima osannata e oggi appunto relegata a popolino che si fa abbindolare dal populismo. Sul piedistallo del disprezzo si finisce disprezzati e non resta che il tempus loquendi proprio quando urge il tacendi. Ma la sinistra ha smesso di voltarsi indietro alla ricerca di se stessa, ormai è fuori dal tempo e cerca solo castagne marce nel paniere dell’avversario. Eppure l’avversario gioca ormai una partita in solitaria, senza il piacere di trovarsi di fronte un giocatore, come in un settimo sigillo privo di cavalieri ma stracolmo di saltimbanchi che sembrano non accorgersi della tragedia che li circonda.
Eugenio Palazzini
Il fascistometro di Michela Murgia: scopri la sinistra tragicomica
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23 comments
La strega di halloween che ci viene a dire cosa bisogna pensare per essere dei suoi ci mancava in questo paese dalle mille sorprese.La sua presenza è molto utile perchè piu’ si mostra e piu’ gli italiani apprezzeranno il fascismo e le sue conquiste sociali
Ecco, appunto saltimbanchi e di infima categoria. C’è ancora qualcuno in Italia che li prende sul serio e li ascolta?
Riassunto dell’articolo: A differenza della sinistra (come se fosse solo il PD) ce lo abbiamo talmente grosso che il nostro pipo parte da Trento e arriva a Catania.
Quante parole grosse per un partito che ai raduni riesce massimo a sfoggiare adolescenti esaltati e bodyguard dei poveri.
invito la pregiata redazione del Primato Nazionale ha pubblicare di rimando uno ZECCOMETRO:
vi suggerisco i primi sue punti:
-1 Ci pagano le pensioni
-2 Scappano dalle guerre
-3 ……………………………..
non so davvero perchè poi – ma sarà sicuramente cosa ispirata al periodo – pensavo di suggervi come premio finale per lo ZECCOMETRO una maschera di Halloween…
83.3% al fascistometro.
essendo da giovane stato vicino alla destra sociale di Rauti sono deluso da questo risultato.
gli anni di berlusconismo ci hanno rammollito 😀
[…] IL PRIMATO NAZIONALE – Titolo originale: Il fascistometro di Michela Murgia: scopri la sinistra […]
Un vomitevole rigurgito comunista, ovvero chi non la pensa come gli esemplari da vetrina cattocomunisti e piddini non può essere in grado di votare…….. vigliacchi, codardi,senza dignità e senza pudore…….. spero in una ritrovata voglia di guerra civile, ovviamente come già accaduto in passato le deiezioni sinistre si faranno aiutare da zecche, delinquenti asociali, negroidi stupratori e tutta la feccia che potranno raccogliere………poi diranno che sono liberatori……. niente di nuovo………ma non è detto che i vincitori siano ancora le merde comunistoidi……… vincitori di cosa poi,di un paese ridotto a latrina e cloaca sorosiana,con parassiti nullafacenti che fanno parte di una casta comunistoide impunita ed intoccabile……..bel paese del cazzo.
Lombroso aveva ragione.
[…] fonte Il Primato Nazionale […]
Murgia non ha maturato il senso del ridicolo evidentemente.
Una vera delusione.
Leggere Gramellini di oggi al riguardo ….
[…] Il fascistometro di Michela Murgia: scopri la sinistra tragicomica Il Primato Nazionale […]
[…] non bastava quello stupido quiz chiamato “fascistometro”: la Murgia torna all’attacco (si fa per dire). Un attacco sterile, petulante: il solito disco […]
[…] Roma, 27 nov – La sinistra tragicomica pullula ormai di saltimbanchi, improbabili guru della fuffa e deliranti nientologi. Ma se in principio fu Roberto Saviano a salire sul più alto gradino del podio delle sparate social da far accaponare la pelle, adesso i concorrenti del cantastorie partenopeo iniziano a tirar fuori colpi di scena che potrebbero mettere in discussione ben presto una sin qui incontrastata leadership. Tra tutti sembra emergere in particolare un’autrice di romanzi in cerca di autore, l’ex indipendentista sarda Michela Murgia, passata agli onori del non ci resta che piangere grazie al suo fascistometro. […]
[…] termine questo divenuto d’uso comune per etichettare il pensiero non conforme a quello della Murgia. È dunque più facile diventarlo, ed è al contempo certamente fatto di […]
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[…] battaglie “ideologiche”. Prendiamo Michela Murgia, ad esempio. Prima provoca con fascistometri, o paragoni improbabili (“essere maschi è come essere figli di mafiosi“); quando ha […]
[…] delle proprie battaglie “ideologiche”. Prendiamo Michela Murgia, ad esempio. Prima provoca confascistometri, o paragoni improbabili (“essere maschi è come essere figli di mafiosi“); quando ha ottenuto […]
[…] battaglie “ideologiche”. Prendiamo Michela Murgia, ad esempio. Prima provoca con fascistometri, o paragoni improbabili (“essere maschi è come essere figli di mafiosi“); quando ha […]
[…] sarda Michela Murgia, passata agli onori del non ci resta che piangere grazie al suo fascistometro. Non paga delle baggianate sin qui prodotte, il nuovo mirabile volto della gauche allo zerocalcare […]
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[…] convincere per tenere fede alle loro strampalate teorie) e l’altra è la scrittrice sarda, il genio dietro l’invenzione del Fascistometro, mademoiselle […]
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[…] Grande Fratello c’è la Grande Sorella, alias Michela Murgia. Già tristemente famosa per il «fascistometro» e il tentativo di imporre il termine «matria» a discapito di «patria», la scrittrice sarda […]