Roma, 17 giu – Il green pass Ue non si ferma, come riporta anche Adnkronos. La proroga è di un anno.
Green pass Ue per un altro anno
Green pass Ue a tempo indeterminato. Perché sebbene la proroga parli di dodici mesi, fino al giugno del 2023, il periodo è comunque lunghissimo per evidenziare, esasperare o recepire in modo estremo il corso degli eventi, come d’altronde la tristissima storia della gestione del Covid-19 ci ha insegnato. Per il momento, comunque, la Commissione europea (come pubblicato anche su QuotidianoSanità) ha accolto l’accordo raggiunto dal Parlamento e dal Consiglio sull’estensione del certificato verde. Con essa, si stabilisce di poter utilizzare il green pass Ue per viaggiare tra i Paesi membri, fino al 30 del mese di giugno del prossimo anno.
Così parla Didier Reynders, Commissario per la Giustizia: “Dall’inizio della pandemia Covid, abbiamo assistito a una costante evoluzione della situazione, e così anche dei nostri strumenti. Con oltre 1,8 miliardi di certificati emessi, due cose sono chiare: la situazione epidemiologica può cambiare rapidamente e il certificato Covid digitale dell’UE è stato uno strumento chiave per aiutarci a superare le mutevoli maree. Siamo impegnati per il ritorno alla libera circolazione senza restrizioni e accogliamo con favore la decisione di alcuni Stati membri di eliminare tutte le restrizioni ai viaggi, compresa la presentazione di un certificato Covid. L’accordo di oggi ci aiuterà a continuare a facilitare la libertà e la sicurezza dei viaggi, nel caso in cui un aumento delle infezioni renda necessario che gli Stati membri reintroducano temporaneamente le restrizioni”.
In Italia non attivo dal primo giugno
Dal primo giugno non è più richiesto il green pass per entrare in Italia. Nel frattempo, entro il 31 dicembre 2022, la Commissione pubblicherà una relazione sul certificato Covid digitale, che nell’Unione europea si spera sia accompagnata da una riduzione dell’applicazione del regolamento, anche “tenendo conto dell’evoluzione della situazione epidemiologica.”
Alberto Celletti
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