Roma, 30 lug – «Il sadico piacere di poter disporre delle vite altrui, e di stravolgerle senza rimorso alcuno». È un post un po’ criptico quello che Angelo Branduardi ha pubblicato sulla sua pagina Facebook lo scorso 24 luglio. E forse proprio per questo ha fatto fatica a filtrare attraverso l’oceano del web. Eppure, il riferimento a Bibbiano è abbastanza chiaro, e la tempistica della pubblicazione lascia spazio a pochi dubbi. Il post, infatti, è apparso nello stesso periodo in cui i suoi colleghi Nek e Laura Pausini avevano esortato l’opinione pubblica a non far calare il silenzio su Bibbiano.
Branduardi su Bibbiano
Più in particolare, il noto cantautore ha postato la foto di «una tabella minuziosa, del 1864 circa, di ben 125 casi che potevano comportare il ricovero in un manicomio del 19° Secolo. In questo caso il West Virginia Hospital». Qui, secondo Branduardi, emerge «il sadico piacere di poter disporre delle vite altrui, e di stravolgerle senza rimorso alcuno, sembra un triste rituale della perversione umana già dai tempi più o meno antichi, poi quasi sempre la spinta maggiore è data dalla possibilità di arricchirsi; come dire: unire l’utile al dilettevole».
Troppo poco per potervi vedere un’allusione a Bibbiano? In realtà no, perché il post di Branduardi prosegue. Infatti, le analogie con l’inferno della Val d’Enza, per quanto non esplicitate, non finiscono qui: «Molte persone (soprattutto quelle facoltose) – scrive l’autore di Alla fiera dell’Est – hanno usato le leggi della follia per sbarazzarsi dei loro partner e nemici, o per rapire (per poi magari vendere) i loro figli. In Italia evidentemente ci siamo arrivati dopo oltre un secolo».
Vittoria Fiore
1 commento
Buttate la chiave per i criminali….
Fuggita no anche questi