Francoforte, 5 nov – C’è qualcosa di male se professori, economisti e tecnici decidono si incontrano regolarmente con banchieri d’affari? Apparentemente no. La situazioni comincia a farsi complicata se, sempre questi professori, economisti e tecnici, sono però anche membri del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea. E diventa ancora più problematica se gli incontri si tengono alla vigilia di importanti appuntamenti dello stesso, riunioni nelle quali è chiamato a decidere sulle delicate mosse di politica monetaria.
Membri del comitato Bce incontrano i banchieri
A rivelare l’imbarazzante vicenda è un’inchiesta del Financial Times, che cita documenti prodotti dalla Bce stessa. Nello specifico, i membri del comitato esecutivo sarebbero Benoît Cœuré, Vitor Constancio, Yves Mersch e Peter Praet, che avrebbero incontrato a più riprese emissari di Bnp Paribas, Ubs, Goldman Sachs, ma anche fondi fondi d’investimento come BlackRock e Algebris di Davide Serra, intimo di Matteo Renzi. Si tratta di gruppi finanziaria fra i più importanti al mondo, alcuni già nell’occhio del ciclone per scandali legati al passato: si ricorderà la multa da centinaia di migliaia di dollari comminata a Ubs dalle autorità statunitensi per aver manipolato i tassi di interesse, ma anche il coinvolgimenti di Goldman Sachs nello scandalo sull’alterazione del Libor britannico.
Informazioni privilegiate
E proprio di tassi di interesse, ancora una volta, si parla. Sì, perché come detto gli incontri si sono tenuti nei giorni (in un caso addirittura nelle ore) immediatamente precedenti le riunioni della Bce, in quello stesso periodo di tempo in cui i membri del comitato esecutivo sono tenuti al più stretto silenzio al fine di evitare il diffondersi di informazioni o interpretazioni sulle scelte in via di definizione, che potrebbero influenzare i comportamenti sui mercati. Ad esempio si parla di un incontro fra Cœuré e Bnp Paribas il 4 settembre, cioè quando il comitato esecutivo decise di ridurre di dieci punti base il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento e sui depositi presso la Bce. Sempre Cœuré è sospettato di essersi intrattenuto con BlackRock (oltre 4mila miliardi di dollari di patrimonio investito) a marzo di quest’anno, il giorno prima dell’annuncio dell’avvio del Quantitative Easing da parte di Mario Draghi.
Resta sempre il dubbio su cosa Cœuré e gli altri abbiano comunicato ai gruppi bancari. Di ciò non esiste evidenza, anche se sorgono forti sospetti. Ad esempio, l’euro aveva già preso una china fortemente un discesa prima del varo operativo del Qe (comunque già annunciato a fine gennaio, anche senza indicazione specifica su quando gli acquisti sarebbero cominciati). Sempre l’euro ha mostrato un andamento curioso lo scorso 22 ottobre, cominciando la sua discesa giusto pochi minuti prima del discorso di Draghi con il quale il governatore ha annunciato che non varierà la politica dei tassi e che il quantitative easing potrebbe diventare strutturale.
Insider trading?
Gli incontri finiti sotto la lente d’ingrandimento non violano alcuna regola, né scritta né non scritta, ad eccezione del divieto di parlare in pubblico nella settimana precedente le assise del comitato esecutivo – ma in questo caso parliamo di incontri privati. Numerosi istituti centrali di emissione – ad esempio, per non andare troppo lontano, la Banca d’Inghilterra – vietano comunque tale pratica, per non dare la possibilità ad alcuno di poter usufruire di informazioni riservate. Si chiama insider trading, ed è reato penale praticamente ovunque nel mondo.
Filippo Burla