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Quando essere servili non basta: l’Nsa spiava anche Berlusconi

by Paolo Mauri
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Nsa Italia EchelonRoma, 23 feb – La notizia sarebbe sufficiente a creare un incidente diplomatico: la Nsa (National Security Agency) intercettava alti funzionari del governo Berlusconi.

Il sito Wikileaks, in esclusiva insieme a L’Espresso, pubblica il testo di due intercettazioni effettuate tra il 2010 e il 2011 a danno di Silvio Berlusconi ma che nel complesso riguardano anche il suo consigliere personale Valentino Valentini, il consigliere per la sicurezza nazionale, Bruno Archi, il consigliere diplomatico di palazzo Chigi, Marco Carnelos, e il rappresentante permanente dell’Italia alla Nato, Stefano Stefanini. Oggetto di queste intercettazioni sono i rapporti tra Italia ed Israele e la situazione economico-finanziaria italiana che portò al “golpe” che fece cadere il governo Berlusconi.

Nel 2010 i rapporti tra Stati Uniti ed Israele raggiungono forse i minimi storici quando il governo Netanyahu decide arbitrariamente di costruire 1600 nuovi insediamenti nei territori occupati di Gerusalemme est: la preoccupazione del premier israeliano è infatti che i palestinesi, forti di questo raffreddamento diplomatico con gli Usa, si rafforzino a livello internazionale bloccando pretestuosamente, come si legge nel testo dell’intercettazione, i negoziati di pace. L’Italia di Berlusconi non si lasciò scappare l’occasione e “Promise di mettere l’Italia a disposizione di Israele per aiutare a sbrogliare la situazione con Washington”. Più interessante risulta, invece, la questione economica che, nemmeno a dirlo, vede coinvolta la Francia e la Germania. Questa volta l’occasione che vede coinvolto lo spionaggio dell’Nsa è l’incontro del 22 ottobre 2011 tra i capi di governo dei tre paesi: Sarkozy, Berlusconi e Merkel. Qui compare la vittima vera e propria dell’intercettazione: Valentino Valentini. Si legge, infatti, come questo riporti che il clima fosse molto teso durante il vertice, con Sarkozy e la Merkel che chiedevano a Berlusconi “di annunciare rimedi forti e concreti e di implementarli per dimostrare che il suo governo sta prendendo seriamente il problema del debito pubblico”. Sarkozy, inoltre, rincara la dose dicendo che, sebbene il sistema bancario italiano sembri essere solido, le istituzioni finanziarie sembrano sul punto di esplodere come “un tappo di una bottiglia di champagne” e che “le parole non sono abbastanza” quindi Berlusconi “deve prendere decisioni”. Nella conversazione intercettata di Valentini viene citato anche il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, che indica come urgente la necessità di ridurre l’impressione tra i paesi dell’Ue che l’Italia sia schiacciata da un debito enorme e dalla stagnazione economica (“bassa produttività e poco dinamismo”).

Ma non è tutto, oltre alle trascrizioni vere e proprie delle intercettazioni, su Wikileaks si possono leggere i numeri di telefono di Marco Carnelos e Bruno Archi, due personaggi di spicco della diplomazia italiana dell’epoca. I loro numeri di telefono compaiono, infatti, tra quelli che l’Nsa aveva selezionato per l’intercettazione automatica, i cosìddetti “selectors”. Già nel 2013 l’agenzia americana veniva indicata, sempre tramite le rivelazioni di Snowden, come l’autrice della raccolta di dati su più di 45 milioni di telefonate effettuate dagli italiani in un solo mese. Sembra una cifra enorme ed una questione scabrosa del tutto nuova, in realtà non è affatto così.

L’Nsa è la più grande agenzia di intelligence e di sicurezza nazionale americana, anche più grande della Cia. Ufficialmente dovrebbe occuparsi solo della raccolta dati in merito alla sicurezza interna americana, in realtà dispone di un network globale di ascolto e registrazione di ogni singola comunicazione telematica: il famoso Echelon, un orecchio globale sempre attivo che ha stazioni di ascolto dall’Inghilterra all’Australia passando per la Nuova Zelanda ed il Giappone. Sembra una teoria da complottisti della peggior risma, ma è la realtà, una realtà ben conosciuta e nemmeno da poco dato che se ne parla da almeno 25 anni. Il sistema lavora in automatico registrando tutte le conversazioni, mail, social network e ogni altro tipo di messaggio via etere dove compaiano determinate parole chiave che di volta in volta vengono aggiornate. Facciamo un esempio pratico: se in una conversazione telefonica compaiono le parole “assassinare” e “Presidente degli Stati Uniti”, questa automaticamente viene registrata e salvata negli archivi dell’Nsa, per poi venire analizzata più approfonditamente in modo da determinare se si tratti o meno di una minaccia reale. Ma il sistema non lavora solo per la sicurezza nazionale americana: il problema è che è stato, ed è ancora, utilizzato per gli interessi economici e commerciali, pubblici e privati, degli Usa, come dimostra la parte delle intercettazioni di tipo “economico” svelata da Wikileaks. Questo sistema permette infatti di scoprire in anteprima accordi commerciali e direttive di aziende che si occupano di settori strategici, come l’energia: ad esempio si può sapere in tempo reale se Saipem si è aggiudicata o meno il contratto per il South Stream, anzi, si può addirittura sapere, registrando mail e telefonate, se il gasdotto verrà costruito ancora prima che si sappia chi lo costruirà; un bel vantaggio tattico per l’economia americana, non c’è che dire.

Ad ulteriore dimostrazione che questo sistema è ben oliato e divenuto prassi “normale”, c’è la considerazione che, sebbene per la legge italiana la riservatezza delle comunicazioni sia tutelata e che quindi per poter intercettare una conversazione sia necessario un mandato dell’autorità giudiziaria, in questo caso nessuna azione è stata mai intrapresa da nessuna procura. Un bel paradosso se consideriamo che sono stati aperti procedimenti di inchiesta contro società straniere “poco corrette” come per il caso del declassamento dell’Italia da parte di Standard & Poor’s e Fitch aperto recentemente dalla magistratura di Trani e archiviato, un po’ in fretta, dalla Corte dei Conti. Insomma gli occhi e le orecchie degli Stati Uniti arrivano dappertutto, e non c’è niente che possiamo fare per evitarlo, soprattutto se ci manca anche la forza e la volontà per poterlo fare.

Paolo Mauri

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4 comments

Stefano 23 Febbraio 2016 - 12:47

Se d’ora in poi mettiamo tutti “presidente degli stati uniti” alla fine di ogni conversazione telefonica e email, gli saturiamo le memorie… Potrebbe essere una bella azione di disturbo! hahahah!!!

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Anonimo 24 Febbraio 2016 - 8:07

Non è che essere servili non basta, come se esserlo di più pagasse; proprio non funziona. Se ti fai vedere rinunciatario e sottomesso gli dai la mano, vedendo ciò l’oppressore la prossima volta ti chiede (obbliga) a dargli il braccio e così via. Non paga però nemmeno una presa di posizione stizzita e piccata sapendo di non avere niente in mano. L’unico modo per stabilire delle gerarchie, dei rapporti di forza, è dire di no facendo capire di avere un contropotere REALE da opporre o far mettere in competizione con quello del padrone di turno.

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Paolo 24 Febbraio 2016 - 10:48

Che gli Stati Uniti, nella loro paranoia arrogante queste cose le facciano, è noto da tempo.
Sempre pronti a moraleggiare in casa altrui, sempre pronti (con il pretesto della sicurezza nazionale) a giustificare qualsiasi porcata (commessa da loro stessi).
Ritengo che il nostro governo, come al solito, fosse al corrente della faccenda ed abbia inscenato il solito “teatrino” di proteste piccate, tanto per salvare la faccia di fronte all’ opinione pubblica, sapendo benissimo che intanto tutto rimane com’è.

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Marco 24 Febbraio 2016 - 2:48

presidente degli stati uniti

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