Londra, 8 mar – Sarebbe un agente nervino la “sostanza ignota” che ha avvelenato l’ex spia russa Sergei Skripal e sua figlia nel pomeriggio di domenica, nei pressi di un centro commerciale a Salisbury, nel sud dell’Inghilterra. E sul caso si dipana l’ombra di un avvelenamento di stato.
L’ex ufficiale Skripal, in forze all’Fsb, il servizio di intelligence erede del KGB, secondo i media britannici, sarebbe stato avvelenato dai russi, anche se Mosca respinge al mittente le accuse. Otto anni fa l’uomo aveva ottenuto asilo politico nel Regno Unito, proprio perché la Russia ne aveva smascherato la sua duplice natura di agente segreto, che negli anni ’90 aveva venduto a Londra per 100 mila sterline l’identità di alcuni agenti russi che lavoravano in Europa. Mosca, per il suo doppio gioco con l’Mi6, l’intelligence britannica, lo aveva condannato a 13 anni di carcere e nel 2010 l’allora presidente Dmitri Medvedev lo graziò, inserendolo in uno scambio di spie con gli Stati Uniti. Una volta arrivato a Londra con l’asilo politico di Skripal non si seppe più nulla, anche se il sui fratello maggiore, sua moglie e suo figlio negli ultimi due anni sono morti in circostanze misteriose. E pare che lo stesso Skripal temesse per la sua incolumità. Il suo corpo, in fin di vita, è stato ritrovato su una panchina fuori da un centro commerciale insieme alla figlia.
Dopo le analisi di rito la polizia è riuscita a risalire alla sostanza utilizzata per avvelenare Skripal, anche se si è limitata a dire che si tratta di un agente nervino, senza specificare oltre. Sui giornali britannici si discute già di come reagirà il governo britannico se verrà scoperto che l’avvelenamento è opera della Russia. Già due giorni fa il ministro degli esteri britannico Boris Johnson aveva paventato un boicottaggio dei mondiali di calcio da parte dell’Inghilterra.
Quella di Skripal è una vicenda che ricorda il caso Alexader Litvinenko, anch’egli agente segreto e poi dissidente ostile al presidente russo Vladimir Putin, ucciso nel 2006 dal polonio 210 dopo che in un sushi bar di Londra aveva bevuto del thè un po’ troppo amaro, contaminato con il potente isotopo radioattivi. Morì dopo una lunga sofferenza, e dopo aver incolpato Mosca del suo avvelenamento. Il caso fece precipitare le relazioni diplomatiche tra Russia e Regno Unito ai punti più bassi dalla Guerra Fredda, e oggi le cose si mettono ancora più male.
Le sostanze nervine, infatti, non sono facili da produrre, e solo grandi stati o organizzazioni ne sono in possesso. Sul caso sta indagando l’antiterrorismo di Londra, che sospetta un avvelenamento di Stato. Al momento nessuno è stato materialmente incolpato, anche se la polizia sta vagliando alcune immagini che mostrano un uomo e una donna, dall’identità ancora ignota, che passeggiano nei pressi del luogo di ritrovamento di Skripal e della figlia.
Anna Pedri
Caso Skripal: ad avvelenare l’ex spia russa un agente nervino
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7 comments
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….che si aspettava..una ”medaglia”? E il destino di chi tradisce e come monito per chi vuol fare il ”giuda”..Tutti i pesi, nazioni hanno la stessa regola: chi ”sbaglia” paga..
….tutti…tranne l’italia..dove diventano anche presidenti…
[…] Author: Il Primato Nazionale […]
Signora Pedri, non vorrei sembrare puntiglioso, ma si dice peggio, non “più male”.
I britannici invece tramite il Mi6 possono assassinare le spie indesiderate con più classe ossia senza esserne incolpati.
[…] degli “alleati” del Regno Unito contro la Russia. Tutto nasce come risposta al discusso caso Skripal, ossia il tentato omicidio in territorio britannico (per la precisione a Salisbury) dell’ex spia […]