Roma, 6 mar – Non un’associazione ecologista ma niente meno che la sezione Market Research della Deutsche Bank (DB), col suo ultimo ponderoso rapporto settoriale (oltre 180 pagine) appena rilasciato, ha disegnato la strada per la conquista dell’ultima frontiera dell’energia solare fotovoltaica.
Secondo il rapporto DB, ripreso dalla rivista specializzata Qualenergia, l’elettricità solare è già competitiva anche senza incentivazioni con quella convenzionale termoelettrica (gas, carbone, petrolio) in circa la metà dei paesi del mondo, e o sarà nell’80% del mondo entro due anni, almeno sul lato della bolletta, cioè rispetto a quanto pagano gli utenti finali, e in alcuni mercati dotati di molto sole e di prezzi elettrici elevati, come il Cile e altre zone dell’America latina, è competitiva perfino sul lato del mercato, cioè rispetto ai prezzi formati sulla borsa elettrica a monte delle tasse.
Rimane tuttavia il grosso problema della ciclicità e intermittenza dell’energia solare: di notte la produzione è nulla e con cielo coperto è molto bassa, per cui in assenza della possibilità di accumulare l’elettricità a costi ragionevoli la sua qualità è molto più bassa rispetto a quella generata nelle centrali tradizionali. E qui sta il dato più interessante del rapporto DB: il costo del fotovoltaico con batteria si dimezzerà nel giro di 5 anni e il chilowattora così prodotto costerà meno della metà di quello in bolletta.
Non soltanto, infatti, il costo dei pannelli fotovoltaici scenderà ancora al ritmo almeno del 8% all’anno nei prossimi quattro-cinque anni (per confronto, la diminuzione è stata del 15% all’anno negli ultimi otto anni), ma caleranno di costo anche le altre componenti e i costi di finanziamento. Soprattutto, però, calerà il costo delle batterie, in particolare quelle al litio, al ritmo del 20-30% all’anno.
Se la previsione del report di DB sui costi di immagazzinamento dell’elettricità della generazione fotovoltaica si rivelerà veritiero, il costo dell’elettricità da fotovoltaico con accumulo si dimezzerebbe nel giro di cinque anni. Questo significherebbe che in Italia entro il 2020 prodursi da soli l’elettricità e immagazzinarla in batterie costerebbe da meno della metà a un terzo rispetto ad acquistarla dalla rete: solo 10 centesimi di euro a chilowattora contro i 18-30 centesimi di euro in bolletta.
L’Italia è stata di fatto alla guida del mondo intero lungo la strada dell’abbattimento dei costi delle componenti di generazione elettrica fotovoltaica, grazie al suo mercato straordinario negli anni 2009-2012, dopo di che la velocità delle installazioni si è ridotta a poco più del 10% di quella degli anni d’oro. Ciò nonostante, DB prevede che – proprio grazie alla diminuzione dei costi d’installazione – l’espansione della capacità continuerà nei prossimi due-tre anni appena sopra la soglia di 1000 MW all’anno. Dopo di che, se le tecnologie di accumulo raggiungeranno la convenienza economica, difficilmente la sostituzione della generazione convenzionale con quella solare potrà essere fermata.
Francesco Meneguzzo
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