Roma, 26 gen – Truffati e contenti. È un po’ la storia della sinistra italiana che ormai, in piena regressione culturale, sta diventando più esterofila dell’estrema destra. Con in più l’aggravante che l’estrema destra si limita a tifare per i politici altrui mentre la sinistra va decisamente oltre e compie un doppio transfert pericolosissimo: prima scambia degli scaltri mestieranti per salvifici idealisti, poi opera una autoidentificazione, convincendosi che i loro successi siano i suoi.
Il miglior commento in questo senso viene da una battuta letta su Twitter: “Quello di Tsipras in Grecia è il più grande successo della sinistra italiana dai tempi di Zapatero in Spagna”. La sola prospettiva di trovarci tra qualche anno con un film di Sabina Guzzanti dal titolo “Viva Tsipras” fa gelare il sangue nelle vene.
Ma l’aria che tira è quella: di analisi politiche ne vedremo poche, sarà più la solita infatuazione adolescenziale della sinistra senile, con tutte le milf progressiste dalle gonne larghe e i vestiti pastello innamorate di questo bellimbusto pettinato dal parrucchiere di piazza Kolonaki, il più chic di Atene, dove taglio e shampoo costano 60 euro.
I problemi dei greci sono un altro paio di maniche, ma per questo Alexis Tsipras sembra perfetto, te lo vedi proprio mentre guarda negli occhi le sociologhe di 55 anni scandendo: “E’ così… inzupposo”. Syriza diventa quindi la prosecuzione del Mulino bianco con altri mezzi. L’idea che a destra ci si faccia infinocchiare dai sorrisi, dai lustrini, dai culi, dalle promesse, dallo show mentre a sinistra regni una diversa consapevolezza è una bufala bella e buona.
Tenetevi Tsipras, quindi. E tenetevi anche il gioco delle parti degli eurocrati che dicono “oh no, e adesso?” e di Syriza che batte i pugni sul tavolo. Tanto sono tutti già d’accordo da settimane: Tsipras ha già rassicurato l’inviato della Bce, Jörg Asmussen, tranquillizzandolo sugli esiti non rivoluzionari di una sua eventuale vittoria elettorale poi puntualmente avveratasi.
Fa comunque sorridere che, di fronte a frotte di italiani andati in pellegrinaggio ad Atene per poter cantare Bella Ciao al nuovo conducator e superare così la frustrazione di aver vinto in patria solo quando hanno saputo proporre un clone di Berlusconi, Tsipras se ne sia uscito con dichiarazioni come queste: “Io sono come Renzi, voglio cambiare verso all’Europa. Io personalmente Renzi non lo conosco ma i nostri staff hanno preso contatti e la nostra sintonia è naturale”. No, in realtà non fa sorridere. Fa proprio morire dalle risate.
Adriano Scianca