Roma, 14 ott – Gentili passeggeri Ryanair siete pregati di slacciare le cinture, il 27 ottobre rischiate di non partire. Altra stretta in vista sui voli della celebre low-cost irlandese? Niente a che vedere con il piano di cancellazioni che, da qui a marzo, vedrà annullate qualcosa come 18mila partenze. La novità, a questo giro, è uno sciopero di piloti e assistenti di volo, previsto proprio per quel giorno.
L’annuncio è arrivato dalla Fit-Cisl, che ha proclamato 4 ore di astensione dal lavoro. Si tratta in assoluto il primo sciopero nazionale dei dipendenti Ryanair, compagnia a bassissimo tasso di sindacalizzazione vista l’allergia della società alle trattative con i rappresentanti dei lavoratori: “Prima che Ryanair venga sindacalizzata ghiaccerà l’Inferno” aveva tuonato lo scorso settembre l’amministratore delegato Michael O’Leary.
Non dello stesso avviso devono essere stati i dirigenti sindacali: “La fuga di massa dei piloti da Ryanair evidentemente non è servita a far capire alla compagnia irlandese che qualcosa va cambiato, iniziando dal rispettare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”, spiega Emiliano Fiorentino, segretario nazionale Fit-Cisl. “Dispiace che la compagnia irlandese – aggiunge – sembri non voler capire né voglia instaurare corrette relazioni industriali. E infatti si è conclusa negativamente l’ennesima procedura di raffreddamento, fatto che ci ha spinti a dichiarare lo sciopero”.
Già in passato si era tentata la strada dello sciopero, ma “quelle proteste – sottolinea Fiorentino – furono un sostanziale fallimento perchè il clima di terrore all’interno dell’azienda e il timore di essere licenziati convinsero quasi tutti a non aderire”. Questa volta, viste le cattive acque nelle quali naviga Ryanair alle prese con i ben noti problemi organizzativi e operativi interni, potrebbe però essere molto diverso: “Molti lavoratori hanno capito che le condizioni a cui sono sottoposti sono insostenibili e che la legge, alla luce anche delle sentenze della Corte europea, li tutela alla pari degli altri lavoratori italiani”.
Filippo Burla