Torino, 20 dic – Chiara Appendino ha ricevuto l’ennesimo schiaffo dai revisori contabili che hanno bocciato il bilancio del comune di Torino. Il revisore dei conti di Pwc, Piero De Lorenzi, si è detto non in grado di esprimere un giudizio sul bilancio al 30 settembre del 2017 della Fct Holding, la finanziaria del Comune di Torino. La dichiarazione di impossibilità a esprimersi è stata allegata al bilancio di Fct del 17 novembre 2017, ma è stata resa pubblica ieri. Le parole di De Lorenzi pesano come macigni: “Non esprimiamo un giudizio sul bilancio di esercizio della Fct Holding spa. Non siamo stati in grado di acquisire elementi probativi sufficienti ed appropriati su cui basare il nostro giudizio sul bilancio di esercizio”. Il buco nero nelle finanze della città della Mole è rappresentato dalla Gtt (Gruppo torinese trasporti), ossia l’azienda del trasporto locale del capoluogo piemontese interamente controllata dal Comune attraverso Fct e sull’orlo del dissesto. I grillini hanno cercato di nascondere la polvere sotto il tappeto. Il trucco però era fin troppo evidente per non essere scoperto. Infatti, se la Gtt stava redigendo un piano industriale 2017-2021 connesso alla situazione di tensione finanziaria, come poteva fornire dati reali sul bilancio di esercizio? Questo è un mistero che può essere svelato solo da chi crede nelle scie chimiche.
Purtroppo non è la prima volta che la giunta pentastellata incappa in questi errori. Il collegio dei revisori dei conti ha bocciato le variazioni al documento previsionale 2017-2019 approvate a novembre dal Consiglio comunale. Due i principali rilievi mossi dai revisori dei conti: “Il mancato recepimento delle prescrizioni per ripianare il disavanzo del 2016, da 313 milioni di euro e, soprattutto, la mancata copertura di un debito da cinque milioni di euro”. La mala gestio, però, non è passata inosservata. Lo scorso diciassette ottobre, la procura di Torino aveva contestato alla sindaca il reato di falso ideologico in atto pubblico. Secondo gli inquirenti Chiara Appendino e il suo staff avevano depennato un debito di cinque milioni di euro che il Comune aveva nei confronti della società Ream, per la riqualificazione dell’area ex Westinghouse. Per contestualizzare il fatto è bene fare un passo indietro.
Nel 2012 l’amministrazione vuole costruire un centro congressi. L’immobiliare Ream sgr (società partecipata dalle principali fondazioni bancarie piemontesi, fra cui Compagnia di San Paolo e Crt) presenta un’offerta versando 5 milioni di caparra. Un anno dopo la Amteco-Maiora scalza la concorrenza versando al Comune circa venti milioni. A questo punto la Ream chiede la restituzione della caparra. La giunta invece preferisce avviare una trattativa con il creditore. Il capo di gabinetto di Chiara Appendino, Paolo Giordana, vuole tenere fuori dal bilancio 2017 il debito con Ream, con cui ritiene di avere un accordo. I revisori, però, si oppongono anche se autorizzano la posticipazione del debito al 2018. Secondo la Procura, quel documento, e in particolare la data, sarebbero stati modificati illecitamente a penna e poi siglati dai revisori, senza che questi ultimi se ne rendessero conto. La Banda degli Onesti pentastellata colpisce ancora.
Salvatore Recupero
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Degna della sua collega capitolina….