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Ci mancavano gli insegnanti che sponsorizzano lo ius soli

by La Redazione
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Roma, 3 ott – L’hanno chiamati “Insegnanti per la cittadinanza”. Si tratta di poche migliaia di maestri e professori che – in spregio alla neutralità politica del corpo insegnante – si sono dati alla propaganda in favore dello ius soli. Del resto, non è forse questa una “battaglia di civiltà”? Insomma, quello che non decide la politica (o il corpo elettorale, ampiamente contrario alla riforma della cittadinanza) lo decidono i docenti ideologizzati.

Oggi infatti, per chi non lo sapesse, è la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione”: una di quelle tante ricorrenze inutili e pretestuose. E così, in data odierna, circa 4.500 docenti sono entrati nelle proprie classi con indosso un nastrino tricolore, mentre altri 850 si sono dati allo sciopero della fame (chissà se con cappuccio e cornetto, come il compianto Pannella).

Le varie iniziative proposte hanno riguardato anche scuole elementari e, addirittura, scuole dell’infanzia. Si sono per esempio svolti temini su integrazione e diversità, amicizia e accoglienza. Ma – come nel caso di una scuola elementare di Iglesias, in Sardegna – gli alunni di quinta sono stati perfino portati in strada per dar vita a un singolare flash mob: i bambini, muniti di cartelli e aiutati da un sottofondo musicale, hanno espresso la necessità di “garantire a tutti uguaglianza nei diritti e nei doveri, riconoscendo e rispettando le diversità”. Insomma, in carenza di consenso, argomenti e numeri in Parlamento, i docenti talebanizzati hanno pensato bene di portare avanti i loro esperimenti di ingegneria sociale direttamente sui bambini, cioè – com’è noto – sui più indifesi.

Elena Sempione

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1 commento

nemesi 3 Ottobre 2017 - 4:56

io ricordo al liceo molti anni fa quell’insegnante claudicante che entrava con l’Umidità OPS l’Unità in
classe (sedicente partigiano-lo erano tutti allora tranne mio papà che aveva combattuto con la RSI e poi internato a Coltano POW 337)
fantastico…
a mio avviso queste caricature di insegnanti non hanno mai capito veramente di quanti ragazzi hanno portato dall’altra parte della barricata per naturale repulsione verso la faziosità militante,
allora come ora.

grazie !

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